Terzo, imperdibile, appuntamento con le Pillole Cinofile di Dog Generation.
Con questa rubrica vorremmo rispondere in breve ad alcune delle domande più gettonate da parte dei proprietari o sfatare false credenze. Perché vi è la necessità di articoli di questo tipo? Perché purtroppo in tema cinofilo c’è molta disinformazione, ovvero la mancanza o scarsità d’informazioni attendibili su un determinato argomento.
Essendo educatori, istruttori cinofili ed etologi, in questa rubrica ci limiteremo ad affrontare questioni da un punto di vista comportamentale, senza la pretesa di rispondere a domande in ambito veterinario.
I cani come vedono il mondo?
Partiamo con un’immagine che rappresenta come vediamo noi e come vedono i cani.

Come si può notare i cani vedono il mondo in modo differente dal nostro, ma questo non significa che ci vedano male o che vedano in bianco e nero come molti credono. La vista del cane si è evoluta e adattata alle necessità di un animale che è in prevalenza uno spazzino ma che ha caratteristiche fisiche, cognitive e comportamentali di un predatore.
Vediamo di seguito alcune caratteristiche della vista dei cani:
- Vedono prevalentemente le sfumature di giallo e di blu
- Il campo visivo è maggiore del nostro, circa 240°
- Sono molto sensibili ai movimenti
- Percepiscono animali e oggetti in movimento ad una distanza di 800 metri, ma alla stessa distanza non distinguono soggetti immobili
- Vedono con poca luce grazie alla presenza del tapetum lucidum.
I cani alla nascita sono ciechi, apriranno gli occhi solo alla terza settimana di vita, ma affinché il senso della vista sia totalmente sviluppato, dovremo aspettare i tre mesi di vita. Proprio per questo deve essere nostra cura aiutarli a prendere il corretto contatto con il mondo.
Nell’ ambito della percezione del movimento sono stati fatti degli studi sulle distanze entro il quale questi vengono percepiti e le differenze con i soggetti/oggetti statici. Ne è risultato che il movimento viene individuato tra gli 800 e i 900 metri mentre un oggetto statico non viene individuato oltre i 500 e i 600 metri.
Da questi stessi studi inoltre è emerso che i cani sembrano essere più bravi rispetto ad altre specie, non di primati, nel rilevare il rallentamento di un oggetto in movimento. Questa abilità si avvicina alla stessa abilità rilevata nei primati non umani. [1]
Per quanto riguarda il campo visivo è bene specificare che non tutti i cani vedono nello stesso modo, le differenze principali le vediamo tra brachicefali (es.bulldog inglese, bouledogue francese, boston terrier) con campo visivo medio di 200°e dolicocefali (es. dobermann, alano, setter, levriero) con campo visivo medio di 240°

Il tapetum lucidum
Dal latino “tappeto lucido”, si tratta di uno strato riflettente posto dietro la retina in grado di aumentare la capacità visiva in condizioni di scarsa luminosità. Lo strato riflettente di questa struttura riesce ad aumentare la quantità di luce che arriva ai fotorecettori della retina. La luce incidente che colpisce la retina si somma a quella riflessa dal tapetum lucidum. Affinché questo stesso risulti efficace, è necessario che nell’ambiente sia presente una fonte di luce, seppur minima. In condizioni di buio totale, infatti, il tapetum lucidum è assolutamente inutile.
Le pupille del cane (ma anche di tutti i vertebrati che ne sono provvisti), quando colpite da un fascio di luce, sembrano accendersi come fari, soprattutto in condizione di scarsa luminosità. Questo fenomeno è definito “eyeshine” dall’inglese: “luccichio dell’occhio”, possiamo notarlo molto chiaramente quando proviamo a fare delle foto ai nostri cani, utilizzando il flash.

Il tapetum lucidum è caratteristico di molti vertebrati oltre che del cane, sia predatori che prede; ad esempio, ne sono provvisti squali, cervidi, bovini e coccodrilli. Nell’ordine dei primati gli unici ad averlo sono i lemuri, i loris e gli aye aye, mentre l’uomo e gli altri primati ne sono sprovvisti.
Quale cane usa meglio la vista?
Di tutte le razze selezionate dall’uomo, sicuramente quella che meglio utilizza questo senso è il levriero, è una razza talmente speciale che merita un gruppo ENCI tutto suo, il decimo.

La vista del levriero è assolutamente eccezionale anche paragonata a quella delle altre razze: possono rilevare una preda in movimento fino a 900 metri di distanza (800 metri è la distanza media delle altre razze) e hanno un campo visivo di 270 gradi (240 per gli altri cani). Ciò significa che possono scorgere oggetti e movimenti praticamente dietro di loro.
Questa antichissima razza viene utilizzata fin dal principio per la caccia a vista. Il nome deriva infatti da “leporarius”, cioè cane adatto a cacciare le lepri. Le sue origini si intrecciano alle radici stesse della civiltà: è un cane inseguitore che accompagna l’uomo e lo aiuta nella caccia raggiungendo e uccidendo la preda e aspettando l’arrivo del cacciatore.. Una volta individuata la preda con l’utilizzo della vista, si lancia nel suo inseguimento senza mai perderla d’occhio.