L’idea che il nostro cane ci faccia deliberatamente dei dispetti è da molti avvalorata dallo sguardo “colpevole” che ci mostra quando “sa che ha fatto qualcosa che non doveva”. In realtà, quelli che noi chiamiamo dispetti sono più spesso la manifestazione di uno stato di disagio.
Cos’è un dispetto?
Fare un dispetto significa causare deliberatamente un dispiacere o un fastidio a qualcuno che in precedenza ci ha fatto arrabbiare. Ciò significa che quando decidiamo di fare un dispetto stiamo pianificando una piccola vendetta, consci che quello che stiamo per fare irriterà l’altra persona.
Noi essere umani, infatti, siamo consapevoli che gli altri hanno delle percezioni, desideri ed emozioni che possono anche essere diverse dalle nostre. Questa capacità è chiamata teoria della mente e la acquisiamo nei primi anni di anni di vita. Siamo in grado, quindi, di prevedere quali nostri comportamenti provocheranno noia o fastidio in qualcun altro.
D’altro canto, sebbene i cani possiedano alcune capacità relative alla teoria della mente, queste sono molto più “rudimentali” rispetto a quelle umane [1]. Non è possibile, infatti, affermare con certezza che i cani siano in grado di sapere quali comportanti faranno arrabbiare un essere umano, e tantomeno che siano in grado di prevedere eventi che accadranno nel futuro, che si tratti anche solo di poche ore. Inoltre, è possibile spiegare alcuni comportamenti dei cani in un’ottica più semplice rispetto al concetto di dispetto.
Quali comportamenti dei cani interpretiamo come dispetti?
Ecco una lista di alcuni comportamenti che erroneamente interpretiamo come dispetti:
- Urinare o defecare in casa;
- Abbaiare o ululare ininterrottamente;
- Masticare o distruggere oggetti o mobili;
- Rubare oggetti.
In realtà il nostro cane potrebbe manifestare questi comportamenti per diversi motivi, ben lontani dal concetto di “dispetto”. Tipicamente sentiamo dire “L’ho lasciato qualche ora da solo e ha fatto pipì sul tappeto per farmi un dispetto”. Infatti, sembra che la maggior parte dei cosiddetti “dispetti” avvenga quando noi non siamo in casa.

Che significato hanno, invece?
Questa è una lista di possibili interpretazioni più realistiche ai comportamenti prima elencati:
- Il cane non ha ancora imparato a “farla” fuori perché è troppo piccolo o non gli è mai stato insegnato;
- Il cane ha dei problemi di tipo fisiologico, ad esempio è incontinente;
- Il cane si annoia perché non fa abbastanza attività fisica o mentale;
- Il cane soffre di stress, di solitudine o di un disturbo chiamato ansia da separazione;
- C’è qualcosa che preoccupa o addirittura terrorizza il cane quando non siamo in casa con lui.
Un cane che fa pipì sui tappeti, abbaia come un disperato o distrugge ogni cosa che trova quando è da solo in casa, è un cane molto stressato con delle difficoltà emotive. Non si sta comportando “male” o con malizia, ma mette in atto certi comportamenti che lo aiutano, in qualche modo, a sfogare il proprio malessere. Nei casi peggiori, il cane può soffrire di ansia da separazione, una condizione che è diagnosticata e necessita l’intervento di un medico veterinario esperto in comportamento.
Un cane che ruba oggetti potrebbe farlo perché vuole stare in contatto con qualcosa che ha il nostro odore, che quindi gli ricorda la nostra presenza quando non ci siamo. Non a caso, gli oggetti più rubati e masticati, sono calzini, scarpe o altri capi d’abbigliamento. Oppure, semplicemente il cane ha preso quell’oggetto perché pensa che sia un giocattolo e non ha idea che abbia un valore per noi. Infine, potrebbe star cercando di attirare la nostra attenzione, rubando una ciabatta ed invitandoci ad inseguirlo per gioco.
Il famoso “sguardo colpevole”
Distogliere lo sguardo, mostrare la pancia, tenere la coda tra le gambe, tirare indietro le orecchie, abbassare la testa e leccare sono solitamente interpretati come segnali di colpevolezza che si osservano quando pensiamo che il cane “sa che ha fatto qualcosa che non doveva”.

In realtà, questi comportamenti non indicano che il cane è consapevole di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma sono segnali di pacificazione. I nostri cani passano molto tempo ad osservarci e capiscono quando siamo arrabbiati dalle nostre espressioni facciali, dalle nostre posture e dal tono della voce. Questo, però, non significa che comprendano il motivo per cui siamo arrabbiati. Semplicemente rispondono al nostro comportamento minaccioso con questi segnali che cercano di comunicare “so che sei arrabbiato, ma io sono innocuo, non mi fare del male” e smorzare la nostra reazione aggressiva [2]. A dimostrazione del fatto che stanno semplicemente rispondendo alla nostra rabbia, i cani emettono questi segnali di pacificazione anche se non hanno “disobbedito” alle regole [3].
Inoltre, se quando rientriamo in casa, trovando i cuscini del divano smembrati, siamo soliti rimproverare duramente il nostro cane, è probabile che lui abbia sviluppato un certo timore nei nostri confronti, non essendo in grado di capire quando e perché a volte viene inaspettatamente sgridato.
Sono cani, non umani!
Le persone affermano di avere un cane dispettoso perché interpretano il suo comportamento come fosse quello di un umano. Questo processo è chiamato antropomorfismo: quando attribuiamo delle caratteristiche umane, siano emozioni o intenzioni, ad un animale, lo stiamo antropomorfizzando. Questo processo può essere un punto di partenza per capire il comportamento degli animali, ma ricordiamoci sempre che il cane è una specie diversa dall’uomo e che, come abbiamo visto, dobbiamo essere cauti nell’interpretare i suoi atteggiamenti.

Il cani non fanno i “dispetti”
Poiché ormai abbiamo capito che alcuni atteggiamenti che riteniamo dispettosi possono essere delle manifestazioni di forte stress del nostro cane, evitiamo di rimproverarlo. È molto improbabile che sappia collegare il fatto di aver rosicchiato le gambe del tavolo due ore prima con il nostro rimprovero alla vista del disastro. Urlare contro il cane o, peggio, picchiarlo, non risolverà il problema, anzi, non farà altro che aumentare la sua confusione e il suo disagio.
Ciò che possiamo fare è cercare il consiglio di un educatore o di un istruttore cinofilo (o, in casi più gravi, di un medico veterinario esperto in comportamento), il quale sarà in grado di risalire ai reali motivi che stanno alla base di questi comportamenti inappropriati e, attraverso gli strumenti adatti, ci può aiutare nel migliorare il benessere e lo stato emotivo del nostro cane.
[1] Horowitz A, 2011. Theory of mind in dogs? Examining method and concept. Learning & Behavior 39(4): 314–317 doi:10.3758/s13420-011-0041-7
[2] Horowitz A, 2009. Disambiguating the “guilty look”: Salient prompts to a familiar dog behaviour. Behavioural Processes, 81(3): 447–452 doi:10.1016/j.beproc.2009.03.014
[3] Ostojić L, Tkalčić M, Clayton NS, 2015. Are owners’ reports of their dogs’ ’guilty look’ influenced by the dogs’ action and evidence of the misdeed? Behavioural Processes 111: 97–100 doi:10.1016/j.beproc.2014.12.010